Un laboratorio urbano tra i più longevi della Puglia, il coworking più piccolo del mondo, un mattatore che tiene tutto insieme da sempre (aka Toni Noar Augello ), un gruppo di ragazzi, un paese che cresce in mezzo ai mandorli, tanti squat, un sabato di vento e una domenica di sole cocente…una lingua di asfalto da far fiorire!

Il progetto di urbanisimo tattico trasforma un semplice vuoto tra gli edifici di un ex macello rigenerato, in uno spazio da abitare, una ulteriore stanza da vivere dei laboratori urbani di San Giovanni Rotondo, attraverso un intervento di partecipazione con un gruppo di ragazzi e studenti del luogo.

Il modulo base dell’intervento parte dal disegno osmotico dell’asfalto ispirato alle coltivazioni degli alberi di mandorlo che caratterizzano il paesaggio circostante e che un tempo ricoprivano l’intera area in oggetto. La nuova texture, costituita dall’astrazione degli elementi iconici del mandorlo, fiore e frutto, si plasma assecondando le dimensioni dello spazio e delle sue funzioni: è fitta e segna l’ingresso principale e lo spazio di accesso ai laboratori urbani, da mero disegno bidimensionale plasma anche le pareti verticali della cortina del cortile nello spazio del “salotto”, infine si dematerializza in concomitanza con lo spazio che si restringe.

Volutamente si è deciso di utilizzare esclusivamente due colori per il modulo di base: per le texture utilizzate sul nero dell’asfalto si è scelto il bianco e solo in alcuni casi il rosa dei mandorli, per le pareti della cortina del salotto si è scelto di utilizzare l’azzurro del cielo come sfondo e il modulo bianco.