“IL MOSAICO DI SAN SEVERO – RECUPERO EX MACELLO”

CATEGORIA
spazio pubblico | rigenerazione

LUOGO

San Severo

ANNO
2021

INFO

2° posto – Concorso di Progettazione in unica fase “Il Mosaico di San Severo”- Progetto Sperimentale per l’inclusione socio-lavorativa: Ex Macello Comunale.

con CASaA Associati – arch. Fabio Armillotta; arch. Carmela Palmieri; arch. N Marco Santomauro; ing. Pierluigi Fecondo

e arch. Roberta Gravina.

Il progetto di recupero per l’ex macello di San Severo risponde ad un bando ambizioso che mira a trasformare un luogo abbandonato della città in una polarità urbana tesa all’inclusione sociale dei migranti. Il complesso, costituito da diversi volumi, rappresenta una corte chiusa caratterizzata dall’architettura tipica di tali funzioni pubbliche costruite a ridosso tra ‘800 e ‘900. Attorno il corpo centrale dell’ammazzatoio si sviluppano il volume di ingresso, gli alloggi d’angolo, la stecca longitudinale i muri di cinta. A tali volumi in anni recenti si è andato a sommare un volume prefabbricato mai entrato in funzione.

Il concept progettuale nello specifico si ispira al mosaico sanseverese, una trama geometrica rappresentata da tessere delle differenti colture che si sviluppano attorno al centro urbano, affiancate alle maglie dell’edificato legate alle funzioni produttive che frammentano ed indeboliscono il pregiato disegno territoriale.
Proprio tale dicotomia, tra il tessuto rurale e quello urbano, definisce il concept progettuale il quale si configura come una matrice articolata da tasselli di vari dimensioni e materiali che attraverso un gradiente di concentrazione si smaterializza nella direzione che dalla campagna sale verso il tessuto costruito simboleggiando il forte valore identitario rappresentato dalla figura paesaggistica del mosaico e al contempo rimarca la relazione tra i due sistemi: rurale ed urbano. Il concept architettonico si lega pertanto nel disegno e nella scelta delle colorazioni alle peculiarità del luogo, astraendo il programma funzionale e ispirandosi ai valori della città che incontra la campagna.

 

Nel corpo d’ingresso sono inserite le funzioni legate all’accoglienza dei fruitori mentre il corpo centrale è dedicato alle funzioni pubbliche attraverso l’inserimento negli ambienti perimetrali di un laboratorio di marketing e design, il fab lab, la sala formazione, la cucina con annessi servizi, il corpo di risalita per l’accesso ai locali interrati. Nell’ambiente centrale trova spazio l’area polivalente che fungerà sia da ristoro per residenti, dipendenti e fruitori esterni e sia per l’organizzazione di convegni tematici. Qui il progetto prevede l’inserimento di una promenade a mezza altezza costituita da un ballatoio in acciaio strutturale con una balaustra in lamiera microforata lungo il quale sarà possibile inserire esposizioni artistiche. La copertura di tale ambiente è stata immaginata come una superficie vetrata al di sopra della quale è posizionata una cover in lamiera microforata la quale permette un morbido filtraggio della luce.
Il nuovo sistema della copertura e la promenade espositiva disegnano uno spazio “aureo” all’interno del volume principale, ispirandosi alla colorazione dei campi dorati di grano, al fine di “illuminare” uno spazio di condivisione in contrasto con la cultura buia legata al caporalato.

Gli alloggi, così come già individuato dal piano di gestione, sono ubicati all’interno della stecca lineare e degli edifici d’angolo. Alcuni di questi alloggi, avendo a disposizione un’ampia altezza della struttura, sono dotati di una parte soppalcata dedicata alle stanze da letto che permette di avere al piano terra maggiore vivibilità per le funzioni comuni come l‘angolo cottura e la barra snack.

L’area produttiva è stata ridimensionata eliminando una campata strutturale sul lato Nord in modo da migliorare la vivibilità della stecca abitativa retrostante. Al suo interno sono ubicate le sale a tutta altezza dedicate al frantoio, alla trasformazione ortofrutticola, al confezionamento e imbottigliamento e alla trasformazione dei cerali separate tra loro attraverso delle vetrate strutturali autoportanti. Oltre le attività produttive sono compresi una hall d’ingresso con annessa sala espositiva, i servizi igienici con spogliatoi anch’essi dotati di accessibilità per diversamente abili, mentre al piano superiore è ubicato lo store per la vendita dei prodotti a km0 e della filiera etica.
La facciata principale del capannone è stata concepita con una doppia pelle che ha duplice funzione: mascherare l’involucro sterile del prefabbricato attraverso un gioco ritmico di lamiere microforate di vari colori alternate fra loro; e creare un filtro tra l’ambiente interno ed esterno dei locali produttivi migliorando la climatizzazione dell’edificio. Le colorazioni di tale pelle si ispirano ancora una volta a quello die campi: il grano, gli ulivi, i campi di pomodoro e ortaggi, e parallelamente si pongono in dialogo con le texture in maioliche presenti sui campanili sanseveresi.

 

“IL MOSAICO DI SAN SEVERO – RECUPERO EX MACELLO”

spazio pubblico | rigenerazione